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10 | LA TESEIDE |
2
E’ m’è venuta voglia con pietosa
Rima di scriver una storia antica,
Tanto negli anni riposta e nascosa,
Che latino autor non par ne dica,
Per quel ch’i’ senta, in libro alcuna cosa.
Dunque sì fate che la mia fatica
Sia grazïosa a chi ne fia lettore,
O in altra maniera ascoltatore.
3
Siate presenti, o Marte rubicondo,
Nelle tue armi rigido e feroce,
E tu, Madre d’Amor, col tuo giocondo
E lieto aspetto, e ’l tuo Figliuol veloce
Co’ dardi suoi possenti in ogni mondo;
E sostenete la mano e la voce
Di me, che intendo i vostri effetti dire
Con poco bene e pien d’assai martíre.
4
E voi, nel cui cospetto il dir presente
Forse verrà, com’io spero ancora,
Quant’io più posso prego umilemente,
Per quel signor ch’e’ gentili innamora,
Che attendiate con intera mente:
Voi udirete com’egli scolora
Ne’ casi avversi ciascun suo seguace,
E come dopo affanno e’ doni pace.