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270 LA TESEIDE


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Agamennone di parte lontana
     Questo vedea tutt’ora combattendo;
     Perchè chiamando sua gente spartana
     In quella parte se ne gì correndo,
     E gridò forte: o Diomede appiana,
     Troppo ci vai di dannaggio facendo:
     E questo detto, in su ’l capo il ferio,
     Ond’egli a terra tramortito gio.

30


Prender lo volle allora Elinodoro
     E ’l buon Mefiso, ed eran dismontati,
     Ma ben vi fu chi contradisse loro,
     Arbato e Cidoneo quivi arrivati,
     Li quali a piè s’opposono a costoro,
     E tra lor fur di gran colpi donati:
     E Diomede tutto sanguinoso
     Fu tratto dello stormo per riposo.

31


Avea Niso ferito il buon Castore,
     E quasi già che stancato l’avea,
     Ove Argileo ancor con gran valore
     Mostrava ben tutto ciò che valea;
     Allor Minos con furia e con furore,
     Che assai vicino a sè questo vedea,
     Vi corse, e gli assaliti riscotendo,
     Giva aspramente in qua e ’n là ferendo.