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LIBRO OTTAVO | 295 |
104
Io sola son con le forze di molti
Chiesta da due, mentre ch’io son mia;
E qui dinanzi a me gli veggio accolti,
Ed iracondi la lor fellonia
L’un verso l’altro con colpi disciolti
Veggio mostrar, per la lor gran follia:
Nè so ancor di chi esser mi deggia,
Tanto di par mi par ch’ognun mi chieggia.
105
Ed or pur fosse la mia mente all’uno
Col disio appoggiata e mi piacesse;
Ma tanto è bello e nobile ciascuno,
Ch’io non so qual di loro m’eleggesse,
Sed e’ mi fosse detto da alcuno,
Che qual volesse in isposo prendesse;
Così in amorosa erranza posta
Mi lascia Amor, perchè più non gli costa.
106
Io sto di ciascun d’essi sospettosa,
E di ciascuno il mal temo e ’l dannaggio:
E pur son certa che vittorïosa
Fie l’una parte; e non so col coraggio
Qual’io m’aiuti, o di qual io pietosa
Diventi, o di qual fosse danno maggio
Se la perdesse: l’uno e l’altro miro,
E per ciascuno egualmente sospiro.