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LIBRO OTTAVO | 297 |
110
Così la giovinetta in sè dicea,
Mirando fuor di sè le cose dire,
Che l’un baron contra l’altro facea
Nel campo, acceso di troppo disire:
E l’altro popol che questo vedea,
Chi gioia ne sentiva, e chi martíre:
E ciasehedun con voci confortava
Alto gridando quel che più amava.
111
La battaglia era a pochi ritornata,
Chi qua chi là per lo campo scorrendo:
E quasi già (sì la gente affannata
Era l’un l’altro per forza ferendo)
Che poco potien più, ma spessa fiata
Di patto fatto si gien sostenendo:
E quasi pari ciascun del partito
Per istanchezza, si ristava attrito.
112
Ma Marte riguardava d’alto loco,
E Venere con lui, i combattenti;
Il qual poi vide intiepidire il foco
Che facea prima gli animi ferventi,
E le spade chetarsi a poco a poco,
E stanchi vide i buon destrier correnti:
Pieno d’ira e di cruccio lì discese,
E con parole tali Arcita accese,