Pagina:Boccaccio - La Teseide di Giovanni Boccaccio nuovamente corretta sui testi a penna, 1831.djvu/353

Da Wikisource.

LIBRO DECIMO 335


2


Ed acciocchè per lor non s’impedisse
     La lieta festa della nuova sposa,
     Anzi che più della notte sen gisse,
     Presa con loro ciascheduna cosa,
     Degna pira di far, ciaschedun disse
     A’ suoi: mentre la gente si riposa
     Piano al teatro grande ve n’andate,
     E quivi con silenzio ci aspettate.

3


E’ morti corpi delli nostri amici
     Tutti con diligenza troverete,
     Ed acciocchè non sien forse mendici
     D’onor di sepoltura, laverete
     Lor tutti quanti, e roghi fate lici,
     Ne’ qua’ con degno onor li metterete,
     Po’ venuti seren: ma chetamente
     Si vuol far ciò, che nol senta la gente.

4


Mossersi allor co’ lumi i servidori,
     E ’n verso il gran teatro se n’andaro;
     E, come avien comandato i signori,
     Li morti corpi tutti ritrovaro,
     E que’ con odoriferi liquori,
     E con lacrime molte ancor lavaro:
     Poi fatte pire per sè a ciascheduno,
     Sopra catune d’esse poser uno.