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342 | LA TESEIDE |
23
El m’insegnò a divenire umile:
Esso mi fe’ ancor senza paura:
Esso mi fe’ grazïoso e gentile:
Esso la fede mia fe’ santa e pura:
Esso mostrò a me che mai a vile
I’ non avessi nulla creatura:
Esso mi fe’ cortese ed ubbidiente:
Esso mi fe’ valoroso e potente.
24
Tanto mi diede ancor di pronto ardire,
Che sotto nome stran nelle tue mani
Mi misi a rischio di dover morire:
E certo a ciò non mi furon villani
Gl’iddii, anzi facevan ben seguire
I miei pensieri interi e tutti sani:
Nè mi vergogno che in tuo onore
Io ti sia stato lungo servitore.
25
Febo si fece servitor di Ammeto,
Mosso da quella medesma cagione
Che io mi mossi, e sì dolce e quieto
Servì, ch’egli ebbe la sua intenzione:
E certo io il seguiva mansueto,
Se el non fosse stato Palemone,
Nè dubito che ciò ch’io disiava
M’avessi dato, s’io mi palesava.