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368 | LA TESEIDE |
101
Ahi lasso me, che l’eta giovinetta
Lascio sì tosto, in la quale sperava
Ancor mostrar di men virtù perfetta;
Tale speranza l’ardir mi mostrava:
Oimè che troppo la morte s’affretta,
E più che in nessun altro in me è prava:
In me si sforza, in ver me la sua ira
Mostra quant’ella puote, e mi martira:
102
Dov’è, Arcita, tua forza fuggita?
Dove son l’armi già cotanto amate?
Come non l’hai, per la dolente vita
Dalla morte campare, ora pigliate?
Oimè che ella s’è tutta smarrita,
Nè più potrien da me esser guidate:
Perch’io per vinto omai mi rendo, o lasso,
E per più non potere oltre trapasso.
103
O bella Emilia, del mio cor disio,
O bella Emilia, da me sola amata,
O dolce Emilia, cuor del corpo mio,
Ora sarai da me abbandonata:
Oimè lasso, non so quale Iddio
In ciò mi noccia con voglia turbata:
Che per te sola m’è noia il morire,
Per te non sarò mai senza languire.