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LIBRO UNDECIMO 389


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Le gemme crepitavano, e l’argento,
     Che ne’ gran vasi e negli ornamenti era,
     Si fondea tutto, ed ogni vestimento
     Sudava d’oro nella fiamma fiera:
     E ciascun legno dell’assirio unguento
     Si facea grasso e con maggior lumiera:
     E’ meli ardenti stridevano in esse,
     Con altre cose allora in quelle messe.

51


E le cratere di vini spumanti,
     E dell’oscuro sangue, e ’l grazïoso
     Candido latte, tututti fumanti
     Sentieno ancora il foco poderoso.
     E’ maggior Greci intorno tutti quanti
     Stavano a Palemon, per lo noioso
     Rogo dagli occhi torgli, e ’l simigliante
     Stavan le donne ad Emilia davante.

52


Allor Egeo fe’ far di cavalieri
     Ischiere sette di dieci per una,
     Armati tutti sopra gran destrieri,
     E ciascheduno aveva indosso alcuna
     Sua sopravvesta qual’era mestieri
     Di vestirlasi a quella festa bruna;
     Delle qua’ sette de’ Greci i maggiori
     Furono allora li conducitori.