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388 | LA TESEIDE |
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Dall’altra parte Palemon s’avea
La barba e’ crin tutti quanti tagliati,
E posti sopra Arcita, e sì dicea
Con sommo pianto: o iddii spiatati,
Con altro patto certo mi credea
Che questi crin vi fossono litati:
Ma poi nell’are, iddii, non gli volete,
Nelle dolenti esequie gli prendete.
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E poi ch’egli ebbe la barba e’ capelli
Così donati, a sè fece venire
Militari arme con altri gioielli,
E tutti su li vi fece salire,
Ed altre cose assai ancor con quelli
Caro gli fu piangendo di offerire,
E di far ricca la pira dolente,
Dove giaceva il suo caro parente.
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Già istrepivan per lo messo foco
Le prime fronde, e la fiamma pigliava
Colle sue lingue parte in ogni loco,
Ed ognora più ricca diventava;
E certo in lungo tempo nè in poco
Più ricca pira non si ricordava
Che quella fu quivi fatta ad Arcita,
Per lo supremo onor della sua vita.