Pagina:Boccaccio - La Teseide di Giovanni Boccaccio nuovamente corretta sui testi a penna, 1831.djvu/412

Da Wikisource.
394 LA TESEIDE


65


In essi con non poca sottigliezza
     Era scolpito Alcide nella cuna
     Ancor giacente prender con fierezza
     Le serpi a lui mandate, ed ad ognuna
     La morte dare, e quindi la fortezza
     Ch’egli usò nella selva nemea bruna
     Contra ’l fiero leone, e quindi appresso
     L’altre fatiche sue v’eran con esso.

66


Ebbevi ancora Evandro molto onore
     Con Sarpedone al desco allor giucando,
     A cui per merto del suo gran valore
     Un elmo venne di Egeo al comando
     E forte e bello: in forma di pastore
     Su vi sedeva Pan iddio, sonando
     In quella vera forma che gli danno
     Gli Arcadi allor che figurar lo fanno.

67


Molti altri ancora con costor giucaro,
     Li qua’ sarebbe lungo il raccontare,
     Ne’ fatti giuochi assai ben si portaro,
     Agli qua’ tutti Egeo fece donare
     Solenni doni, onde e’ si contentaro,
     Lieti non poco di tal operare;
     Di lor virtù sovente contendendo,
     L’un dell’altro i difetti riprendendo.