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394 | LA TESEIDE |
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In essi con non poca sottigliezza
Era scolpito Alcide nella cuna
Ancor giacente prender con fierezza
Le serpi a lui mandate, ed ad ognuna
La morte dare, e quindi la fortezza
Ch’egli usò nella selva nemea bruna
Contra ’l fiero leone, e quindi appresso
L’altre fatiche sue v’eran con esso.
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Ebbevi ancora Evandro molto onore
Con Sarpedone al desco allor giucando,
A cui per merto del suo gran valore
Un elmo venne di Egeo al comando
E forte e bello: in forma di pastore
Su vi sedeva Pan iddio, sonando
In quella vera forma che gli danno
Gli Arcadi allor che figurar lo fanno.
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Molti altri ancora con costor giucaro,
Li qua’ sarebbe lungo il raccontare,
Ne’ fatti giuochi assai ben si portaro,
Agli qua’ tutti Egeo fece donare
Solenni doni, onde e’ si contentaro,
Lieti non poco di tal operare;
Di lor virtù sovente contendendo,
L’un dell’altro i difetti riprendendo.