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420 | LA TESEIDE |
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Chi porrie mai con soluto parlare
L’oro e le pietre e li cari ornamenti
Che i greci re avieno addimostrare?
Egli eran tanti, e sì belli e lucenti,
Che il volerlo al presente narrare
Nol crederebbono il più delle genti:
E al tempio giunti di gioia ripieno
Aspettaron le donne che venieno.
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Ippolita da molte accompagnata
Quella mattina con solenne cura
Avieno Emilia nobilmente ornata,
Avvegnadiochè sì di sua natura
D’ogni bellezza fosse effigïata,
Che poco giunger vi potea coltura:
E in cotal guisa del palagio usciro,
E lente ver lo tempio se ne giro.
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O sante donne, le quali Anfïone
Ataste a chiuder Tebe, or fa mestiere
Che da voi sia atato il mio sermone,
Acciocch’io possa dimostrar le vere
Bellezze che mostrò ’n quella stagione
Emilia, a cui le piacque di vedere:
Voi le vedeste, e so che le sapete;
Adunque qui la mia penna reggete.