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LIBRO PRIMO 49


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E ’l dir che noi con esso combattiamo
     Mi par che sia assai folle pensiero;
     Perciocchè tutte quante conosciamo
     La gente sua, e lui ardito e fiero:
     E se ancora ben ci ricordiamo,
     E con noi stesse vogliam dire il vero,
     Noi lo provammo, non è molto ancora,
     Di che noi ci pentemmo in poca d’ora.

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E oltre a questo egli ha seco l’aiuto
     Degli alti iddii, che noi han per nimiche;
     E noi l’abbiamo assai chiaro veduto,
     Che orazion, vigilie, nè fatiche,
     Forza di corpo o atto provveduto
     Campar non ci ha potuto, che mendiche
     Della sua grazia esser non ci convenga,
     Se noi vogliam che ’n vita ci sostenga.

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Però terrei consiglio assai migliore
     Renderci a lui, che del valor mondano,
     Per quel ch’i’ senta, egli ha il pregio e l’onore;
     Ed è, a chi s’umilia, umile e piano:
     E già non ci sarà a disonore,
     Se vinte siam da uomo sì sovrano:
     Perciò che ogni uom per femmine ci tiene
     Come noi siamo, e lui duca d’Atene.


bocc. la teseide 4