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104 | ninfale fiesolano |
XXX.
Affrico quando tai parole intende,
In fra sè stesso si rallegra molto,
Veggendo che Amor forte l’accende,
E che il pensier suo rio avea rivolto:
Più stretta nelle braccia allor la prende,
E poi baciando l’angelico volto
Le disse: intendi un poco mia parola,
XXXI.
Io vo’, se t’è in piacer, rosa novella,
Da te una grazia prima ch’io mi parti:
Tu sai quanto la tua persona bella
I’ ho bramata, e quanti ingegni ed arti
Usati ho per averti, o chiara stella;
Or per piacerti mi convien lasciarti,
Però ti prego sia di tuo volere
XXXII.
E più contento poi mi partirò,
Poichè pur vuoi ch’io mi parta da te:
Or dammi la parola, ch’io farò
Cosa che fia diletto a te e a me:
E poi doman qui a te tornerò
A rivederti, perocchè tu se’
Colei in cui ho messi i miei diletti:
Deh di’ ch’io prenda gli amorosi effetti.