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parte quinta | 103 |
XXVII.
Però ti prego, se ’l mio prego vale,
Per quell’amor che tu ora m’hai detto
Che fu cagion di far far questo male,
Che te ne vadi a casa tu soletto,
Ed io ti giuro per colei, la quale
Tu di’ che ti ferì per me nel petto,
Ch’io bramerò la vita per tuo amore,
XXVIII.
Se io ’l credessi, disse Affrico allora,
Che tu facessi quel che mi prometti,
E che nel cor m’avessi ciascun’ora,
Andrebbon via alquanto i miei sospetti:
Ma quel che più m’offende e più m’accora
Sì è ch’io temo, se ’n questi boschetti
Ti lascio sola, di mai ritrovarti,
XXIX.
Mensola disse: io verrò molto spesso
In questo loco, sì che tu potrai
Meco parlare, e vedermi d’appresso
Onestamente quanto tu vorrai:
E certamente quel ch’io t’ho promesso
Io t’atterrò se tu ci tornerai,
Però che tu m’hai già mezza legata,
E parmi esser venuta innamorata.