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154 | ninfale fiesolano |
XLII.
Giraffon disse, lagrimando quasi:
Oimè, Atalante, che tu parli il vero,
Ch’io sono antico, e’ miei gravosi casi
Manifestano il fatto tutto intero;
E’ non è molto tempo ch’io rimasi
Sol con la donna mia ’n questo sentiero,
Se non che poi costui mi fu recato,
XLIII.
Poi gli contava il fatto com’era ito
D’Affrico suo e Mensola sua amante:
E poscia di Mugnon, che fu fedito
E morto da Dïana, e tutte quante
Le sue sventure disse, e poi col dito
Gli dimostrava didietro e davante
I fiumi, e i loro nomi gli dicea,
XLIV.
E poi ad Atalante si voltoe,
Dicendo: io vuo’ fare ogni tuo comando:
Atalante di questo il ringrazioe:
E poi inverso Pruneo rimirando,
E piacendogli molto, lo chiamoe,
E poscia inverso lui così parlando
Disse: io vuo’ che tu sia mio servidore
Alla tavola mia, per lo mio amore.