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164 | ninfale fiesolano |
LXXII.
Ben venga l’ubbidiente servo mio,
Quanto niun altro che sia a me suggetto,
Il quale ha messo tutto il suo disio
In recare a su fine il mio libretto:
E perchè certo son ch’è tal qual’io
Il disiava, volentier l’accetto,
E nell’armario tra gli altri contratti
LXXIII.
E ’l prego tuo sarà ottimamente
Di ciò che m’hai pregato essaudito,
Che ben guarderò il libro dalla gente,
La qual tu di’ che non m’ha mai servito;
Non perch’io tema lor vento niente,
Nè perch’io sia per lor men’ubbidito,
Ma perchè ricordato il nome mio
Tra lor non sia; e tu riman con Dio.
IL FINE