Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/198

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28 a m. pino de’ rossi

fama o guardar l’acquistata è negligente, piuttosto e bruto animale e servitor del suo ventre si può chiamare che razionale, e così questa vita trapassano come se dal parto della madre fossero portati al sepolcro. E perciocchè la fama è servatrice delle antiche virtù e predicatrice de’ vizii, senza restare sommamente si guardano i savi di non contaminarla, o di fama trasmutarla in infamia, e con ragione sommamente si turbano se è da altri in alcuna maniera contaminata; e quinci molti a gran pericolo si sono messi per volerla purgare, se forse alcuna nebula in quella fosse da invidia o da falsa opinione stata gittata. Perchè se di ciò vi turbate e vi dolete, che d’alto animo siete, non me ne maraviglio nè riprendere ve ne saprei, ma tuttavia e a questa come all’altre passioni ha la ragione delle cose modo e termine posto. Fatto n’avete, secondo che io intendo, di ciò ch’è opposto alla vostra lealtà, e di che il mobile volgo vi fa nocente, ogni scusa che a voi è possibile; scritto avete non una volta ma molte e a private persone e a’ vostri magistrati, e con quella gravità che per voi s’è potuta la maggiore, ingegnato vi siete di mostrare la vostra innocenza; e oltre a ciò avete la vostra testa offerta dove del fallo appostovi dinanzi a giusto giudice, non ad impetuoso, siate convenuto, assai e molto è; nè dubito, se avessi avuto a fare con uomini ragionevoli come si tengono i Fiorentini, non fossero state le vostre scuse bastevoli ad ogni debita purgazione; perchè in questo credo si possa sentire i giudici essere ostinati, e l’accusato innocente. Direte forse: questo non basta a me: le nazioni circon-