Pagina:Boccaccio - Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio ridotto a vera lezione, 1834.djvu/83

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parte quarta 77

IX.

Quanto Affrico sentisse di piacere
     Dentro dal core udendosi a colei
     Lodar cotanto, che già dispiacere
     Le fu vederlo, dir non lo potrei,
     Ma color sol lo posson ben sapere
     C’hanno d’amor sentiti i colpi rei,
     E a chi non lo sapesse fo palese,

     Che presso fu più volte e’ non la prese.

X.

Ma credo il tenne più ch’altro paura
     Delle compagne e degli archi ch’avieno;
     Ma poi ch’alquanto con lor s’assicura,
     Cominciò a dir di quel ch’elle dicieno,
     A ragionar con lor della sventura
     Di quel cinghial che morto lì tenieno;
     E com’elle ’l trovaro, e tutti i tratti

     Ch’ognuna aveva addosso al cinghial fatti.

XI.

Mensola disse: or ci fusse Dïana,
     Che noi le faremm questo bel presento.
     Affrico udendo che di lì lontana
     Era Dïana, fu molto contento.
     Ma poi ch’ebbon assai di questa strana
     Bestia tenuto lì ragionamento,
     Fecion da parte un berzaglio tra loro,
     E comiaciaro a saettar costoro.