Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. I, 1948 – BEIC 1771083.djvu/359

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RAGGUAGLIO XCV

Tra il governator di Pindo e di Libetro essendo nata controversia in ma teria di giurisdizione, Apollo severamente punisce amendue.

Nella cittá di Libetro essendo stato commesso certo gravissimo delitto, il governatore di quel luogo con tutta la sua sbirreria perseguitò i delinquenti, i quali raggiunse nel territorio di Pindo, e gli assediò nella casa di un contadino, la quale subito cinse co’ suoi uomini, minacciando che vi avrebbe attaccato il fuoco se non gli si rendevano. Tra tanto il governatore di Pindo, che intese questo rumore, per difendere la sua giurisdizione corse in quel luogo e seco menò molti uomini armati, e trovò che quegli assediati di giá si erano dati in poter del governatore di Libetro, il quale li conduceva alle carceri del suo governo. Acerbamente si querelò il governatore di Pindo dell’ ingiuria che gli si faceva nella sua giurisdizione, e domandò che gli si consegnassero i prigioni, i quali promise tra pochi giorni restituire, quando con quella consegnazione qualche soddisfazione si fosse data alla sua riputazione. E perché il governatore di Libetro non solo negò volerlo fare, ma di buon passo nel suo territorio menava i prigioni, quello di Pindo, provocato dall’ ingiuria di quel grandissimo disprezzo, comandò alle sue genti che menassero le mani e che con le armi ritogliessero i prigioni; i quali valentemente essendo difesi da quei di Libetro, tra i due officiali segui cosi brutta e sanguinosa baruffa, che molti vi toccarono bruttissime ferite. La nuova di tanto caso subito fu portata ad Apollo: il quale, di ambedue que’ suoi ministri grandemente disgustato, al barigello di campagna Alvigi Pulci comandò che con ogni sorte di strapazzo e di vergogna legati glieli conducesse avanti : come subito fu eseguito. Con pazienza grande udí prima Sua Maestá le ragioni de’ suoi officiali, e appresso pronunziando che il governatore di Libetro aveva tutti i torti, come quegli che temerariamente aveva perturbata la giurisdizione altrui, lo privò del