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RAGGUAGLIO XVII

Essendo nato dubbio sopra la certezza della trita sentenza che per ben conoscere un uomo fa mestiere mangiar prima un moggio di sale, Apollo in una generale congregazione di letterati, chiamata a quest’effetto, fa disputar sopra la veritá di lei.

La trita sentenza che per esattamente conoscere un uomo prima fa mestieri mangiare un moggio di sale, da alcuni virtuosi essendo stata rivocata in dubbio, Apollo, che non vuole che le sentenze de’ letterati, che sono regole generali e leggi inviolabili con le quali vivono i suoi virtuosi, nella certezza della veritá loro abbiano scrupolo alcuno, sono giá molti giorni che in una generai congregazione di virtuosi con ogni esatta diligenza fece disputar sopra la veritá di lei; e intanto la sentenza fu trovata vera, che la congregazione inclinò nel parer di molti che dissero che la misura dovesse alterarsi fino a mezzo moggio di piú, fondati in questa chiarissima ragione, che negli uomini moderni ogni giorno piú vedendosi crescere il vergognoso vizio della simulazione e l’ infame esercizio dell’ ipocrisia, ogni buon termine di aritmetica voleva che con le corruttele degli uomini scelerati da’ letterati fossero moltiplicati i necessari rimedi delle virtudi, per far ai nascenti vizi gagliarda resistenza. Ma per non far alla presente etade la vergogna di mostrar ad ognuno che, mentre il morbo dei vizi cresceva nel mondo, scemavano i rimedi, i prudentissimi letterati della congregazione stimarono non esser bene alterar l’antica misura. Onde concordemente conclusero tutti la sentenza esser verissima negli uomini, ma grandemente falsa nelle donne, le quali senza mangiar altro sale né altr’olio, la stessa prima notte che dormivano co’ mariti loro, esattamente sapevano dire quanto essi pe savano.