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RAGGUAGLIO XXIII

Grandemente compatendo Apollo i lagrimevoli naufragi che i suoi virtuosi fanno nelle corti de’ prencipi grandi, per assicurar la navigazioni loro, ad alcuni piú segnalati letterati del suo Stato comanda che provino di formar una carta da navigar per terra.

Ogni giorno piú nell’intimo del cuore di Apollo pungendo i lagrimevoli naufragi che cosi spesso nelle corti de’ prencipi grandi fanno molti letterati, i quali, con sudori infiniti delle piú illustri scienze, per meritar con esse la buona grazia de’ prencipi, avendo caricata la nave degli animi loro, sfortunatamente si veggono poi andar a perdersi nelle secche di una camera locanda, abissarsi nelle voragini di un vergognoso spedale, e talora fracassarsi nel duro scoglio della mendicitá e della disperazione, punto non giovando loro le ricchezze d’infinite virtudi per liberarli da calamitadi tanto deplorande, in ogni modo volle por rimedio a tanti mali e assicurarsi che in tutte le corti, ma particolarmente nella romana, posta in clima tanto tempestoso, la navigazione de’ suoi dilettissimi virtuosi si riducesse ad ogni possibil sicurezza: tutto per beneficio delle buone lettere, le quali infinitamente scemano la riputazion loro allora che altri vede che cosi poco felicitano que’ che l’etá loro spendono in apprenderle; e tra se stesso maturamente discorrendo Apollo che se i piloti portughesi, biscaini, bertoni, inglesi, olandesi e zelandesi solo con un poco di osservanza di stelle, di luna e di sole, con un picciol sasso in mano avevano saputo e potuto por freno allo spaventevolissimo oceano, il quale cosi francamente per tutti i versi e di tutte le stagioni solcavano, che fino vi avevano fatte le strade maestre con i vicoli per tutti i versi ; come i suoi virtuosi con i potentissimi aiuti dell’astronomia, della cosmografia, delle matematiche, delle meteore, e sopra tutto con gl’ingegni loro bellissimi assottigliati nella cote della perpetua lezione de’ libri, non averebbono saputo inventare una