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RAGGUAGLIO LIV
Francesco Guicciardini in un congresso di piú virtuosi avendo dette parole molto pregiudiciali alla riputazion del marchese di Pescara, quell’onoratissimo capitano avanti la Maestá di Apollo sufficientissimamente giustifica se stesso.
Perché a don Francesco Ferrando d’Avalo, marchese di Pescara, alcuni giorni sono fu riportato che, in un congresso dei piú segnalati istorici di questo Stato, Francesco Guicciardini, malamente sparlando di lui, molto l’aveva intaccato nell’onore, quel capitano, di natura altiero e sopramodo superbo, per l’ingiuria fattagli dal Guicciardini di modo si alterò, che risentitamente con Apollo se ne dolse. Di modo che Sua Maestá, alla quale il proceder molto circospetto e l’esattissima prudenza del Guicciardini molto sono note, rispose al marchese che, non potendo il Guicciardini aver parlato di lui eccetto che da veridico istorico e non con passion alcuna di animo mal affetto, prima che altro deliberar in quella causa, per compimento di buona giustizia, in un contradittorio giudicio voleva intendere amendue; che quando poi avesse conosciuto che ’l Guicciardini nel ragionar di un suo pari ingiustamente l’avesse lacerato nell’onore, tal partito averebbe pigliato, ch’egli compitamente si sarebbe chiamato soddisfatto. E, questo detto, per li pubblici cursori incontinente fece sapere al Guicciardini che’l vegnente giorno alle deciotto ore comparisse avanti lui per giustificarsi delle parole che ’l marchese di Pescara pretendeva ch’egli avesse dette in pregiudicio della sua riputazione. Alla fama di questa novitá i letterati, sopramodo curiosi, sperando in quel contradditorio giudicio di udire una virtuosa e molto onorata disputa, in numero grande vi concorsero. Il Guicciardini dunque, nell’ora terminata essendo comparso avanti Apollo, al marchese di Pescara, ch’ivi si trovava presente, liberamente disse che appresso Carlo quinto imperadore ben poteva avergli acquistato
