Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/200

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molta grazia l’avergli scoperto la congiura che molti prencipi di Europa ordivano contro lui, ma che quell’azione nel cospetto del mondo tutto gli aveva arrecata infamia eterna: non solo perché nell’opinione della maggior parte degli uomini fermamente rimase la credenza che da principio egli avesse avuta intenzione di mancare a Cesare, ma perché, quando anco gli fosse stato fedele, ad ognuno parve cosa di grande infamia, che con tante frodi e con tanta duplicitá egli avesse dato animo a’ prencipi tanto grandi e allettatigli a far seco pratiche di congiure, per aver poi occasione di manifestargli e farsi grande de’ peccati procurati con le lusinghe e con le fallacie. Ancor che ad ognuno grandemente vergognosa paresse l’accusa che contro il marchese aveva data il Guicciardini, quel capitano tuttavia, al quale anco ne’ casi disperati sempre cresceva l’intrepidezza dell’animo suo invitto, rispose al Guicciardini esser difetto ordinario, ma però molto insopportabile, degli istorici tutti suoi pari pigliar errori gravi nel voler penetrargli occulti sensi delle azioni di quei che nella pace e nella guerra avevano operate cose importanti, e, nel render di esse le vere cagioni, far giudici tanto temerari, che non poche volte erano veduti vituperar le altrui onorate azioni e lodar le vergognose. E che fortemente rimaneva scandalizzato che contro uomini, che con la penna loro ogni ora altrui apportavano vergogne grandi, biasimi irreparabili, dal virtuoso collegio de’ letterati non fossero pubblicate severe leggi, le quali comandassero che gl’istorici, come alla profession loro ben si conveniva, solo si occupassero nella semplice narrazione delle cose accadute, e che il giudicio di esse e gl’intimi sensi,che vi avevano avuti i prencipi, lasciassero al giudicio di chi leggeva. E ch’egli con quel rispetto e con quella riverenza che gli si conveniva parlare in quel luogo, dimentiva tutti quei che ardivano di dire ch’egli, da principio che Girolamo Morone gli scuopri la congiura che dai maggior prencipi d’Europa si ordiva contra Cesare, avesse avuto animo di mancare al suo signore. Perché quei ch’avevano cognizione dei veri termini politici, esattamente conoscevano che nella comunicazione che ad un officiai grande altri faceva di una congiura che si ordiva contro