Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. II, 1948 – BEIC 1771928.djvu/209

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argomenti irrefragabili ; perché i filosofi lottatori, sebbene risolutamente si veggono andare alle prese, con le distinzioni, nondimeno, che frequentissime hanno per le mani, con facilitá grande si mantengono sempre in piedi. Diedero però que’ due gran lumi della filosofia tal soddisfazione a’circostanti, che in infinito ammirarono lo stesso altissimo intelletto umano: il quale, con l’eccellenza della sua speculazione avendo varcati tutti i cieli, non solo esattamente ha saputo conoscere la quantitá, la qualitá e i moti di essi, ma fino è giunto alla cognizione di Dio stesso, della divina natura del quale molto bene sa ragionare. Con queste meraviglie dunque e con altrettanto contento de’ letterati ebbe fine la disputa, come se tra que’ due sommi filosofi fosse seguita l’intiera riconciliazione e la perfetta concordia. Solo Apollo, con l’evidente mestizia che fu veduta nella sua faccia, conturbò l’allegrezza universale: onde il grande Averroe li chiedettese forse Aristotile e Platone non gli avevano data la soddisfazione ch’egli desiderava. Al quale, con un intimo sospiro che gli usci dal cuore, rispose Apollo che quei due prencipi della filosofia compitissimamente avevano sostentata l’opinione che di essi si aveva, ma che in quella disputa cosa tale aveva veduta, che perpetuamente averebbe tenuto afflitto l’animo suo; percioché egli era forzato piangere la condizione di questo secolo infinitamente corrotto, nel quale negli animi degli uomini tant’oltre era arrivata la sensualitá, ch’egli, che vedeva le occulte passioni altrui, chiaramente aveva scoperto che molti, anco da lontani paesi, erano concorsi a quelle dispute piú per dar prorito agli orecchi con udir le musiche e i suoni, che per pascer gli animi con quei virtuosissimi precetti filosofici. Tutti disordini e scandali gravissimi, i quali disse esser stati introdotti nel mondo dagli scelerati cantimbanco, i quali nel difetto di soverchiamente mischiare il dilettevole con l’utile tant’oltre erano passati, che nelle compagnie loro avendo ammessi i Zanni, i Pantaloni, i Graziani e i dottori Covelli Ciavola, molti correvano ad essi piú per gusto di ridere con udir le facezie e le lascivie loro, che per comperare i medicamenti utili ai loro mali.