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RAGGUAGLIO LXXXIX

Un letterato ad Apollo presenta certa sua orazione da lui composta in lode del presente secolo; la quale, come scritta con poco fondamento di veritá, da Sua Maestá vien rifiutata.

Pochi giorni sono un molto famoso letterato ad Apollo presentò una elegante orazione, da lui composta in lode del presente secolo, nella quale altrui chiaramente mostrava quanto da alcun tempo in qua nel mondo sia cresciuta la bontá, la pietá e ogni sorte di virtú; e concludeva che da principi tanto eccellenti il genere umano fermamente sperar poteva che quella felicissima etá dell’oro, che colma di tutte le piú esquisite delizie da famosi poeti è stata cantata, molto fosse vicina. Con poco grate accoglienze con la sua orazione da Apollo fu ricevuto il letterato; il quale interrogato s’egli, come faceva bisogno, ben veduto aveva il secolo che tanto dicea di aver lodato, e con quali occhiali l’aveva considerato e ben contemplato, ad Apollo rispose il letterato che, con la maggior accuratezza ch’egli aveva saputo e potuto, non solo infinite corti de’ prencipi grandi aveva praticate, ma peragrata ancora aveva la maggior parte dell’ Europa tutta: ne’ quali paesi diligentemente aveva esaminata la vita di quei che vi comandavano, e i costumi di quei che vi ubbidivano, e che cosa alcuna in essi non aveva veduta, che somma commendazione non meritasse; che poi nel far giudicio di tutti quei particolari del secolo presente, che a lui meritevoli erano paruti di esser lodati, senza adoperar altri occhiali, solo si era servito dell’ordinaria vista del suo giudicio, il quale affatto non istimava losco. A costui replicò Apollo che ben si conosceva ch’egli al buio aveva scritta quella sua orazione, poiché’l vero stato del secolo presente, l’intimo senso che ne’ negoci loro vi avevano quei che lo governavano e qual fosse la vera qualitá de’ costumi di que’ che vivevano in esso, nemmeno con l’occhio dello stesso Linceo poteva esser veduta, se al naso altri non si poneva prima quel finissimo occhiai politico, che altrui perfettamente faceva veder la veritá delle passioni che