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RAGGUAGLIO XXXIX

[Apollo fa porre in luogo eminente la statua d’un famoso cavadenti scolpita da Prassitele, e il sommo Ippocrate spiega a prencipi e magistrati la cagione di tanto onore.]

Sono giá passati quattro mesi che la Maestá di Apollo comandò a Prassitele, che lavorasse una statua di marmo pario, la quale egli volea erigere nella curia ad eterna memoria di un uomo molto insigne, che avrebbe nominato nella dedicazion di lei; e acciò al vivo ella rassomigliasse il personaggio che dovea rappresentare, gli diede Sua Maestá un modello come dovea lavorarla. Fornita dunque che fu la statua, la Maestá di Apollo comandò che tutti i prencipi e i personaggi grandi, che hanno imperio sopra i popoli, e tutti i magistrati dello Stato di Parnaso dovessero intervenire alla dedicazion della statua; e il giorno determinato con infinito concorso de’ prencipi e di gran personaggi trionfalmente fu portata nella curia e poi fu posta nella sua base, cosi che comodamente potè esser veduta da ognuno. Rimasero di lei tutti quei gran signori fortemente maravigliati, percioché, ancorché ella fosse di somma bellezza e degna del scarpello di Prassitele, nondimeno, essendo senza la corona dell’alloro e senza la corazza, anzi vedendosi vestita di un abito molto dozzinale, parea che piú tosto rappresentasse un uomo meccanico, che un imperatore grande, un poeta insigne. Dato che si ebbe poi fine a tutte le cerimonie della dedicazione, Ippocrate, prencipe della medicina: — Udite — disse, — monarchi, prencipi, magistrati e voi tutti che giudicate la terra; questo che qui vedete è quel famoso cavadenti chiamato Iacomo Fiorelli, il quale, essendo stato il primo che abbia insegnato al genere umano il secreto mirabile di cavar altrui i denti guasti con la bombace, ha meritato da Sua Maestá il sublime onore della statua posta in luogo tanto famoso. Uomo per certo