Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/134

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RAGGUAGLIO XL

[Avuta nuova delle brighe succedute alla corte del duca di Savoia tra il Marini e il Murtola, Apollo rimprovera il primo e condanna il secondo.]

Tutte le brighe, che nella corte del serenissimo signor duca di Savoia sono ultimamente succedute tra Gio. Battista Marini e Gaspar Murtola, per l’ultimo corriere che tre giorni sono capitò in Parnaso sono state avvisate a Sua Maestá, alla quale sommamente è dispiaciuto che i suoi letterati, che dovrebbono esser la maraviglia degli uomini, con le loro gare si facessero la favola del volgo. Onde, avendosi Apollo fatto legger le Fischiate pubblicate ultimamente dal Marini contro l’opera del ’Murtola del Mondo Creato , commandò che fosse fatto saper al Marini, che dalla serenissima Calliope gli era stato dato quel furor poetico, che l’avea fatto conoscer al mondo per ingegno singolare, non giá a fine che egli avesse a consumar il suo nobilissimo talento nelle cose frivole, ma acciò dovesse perpetuamente sudare nel tesser quel suo poema eroico, ch’egli ha per le mani, della Gerusalemme distrutta , il quale è tanto desiderato da tutti i letterati di Parnaso; e che, se ben egli amava veder ancora i parti di lui nello stile satirico e faceto, nel quale egli ha ingegno accomodatissimo, nondimeno che, si come egli lodava la molta facilitá della vena e i saporiti sali di quelle rime pubblicate contra il Murtola, non potea dall’altro lato se non molto biasimare le obscenitá che vi si leggono. Ma ragionando poi Sua Maestá del risentimento fatto dal Murtola contro il Marini, apertamente scuopri lo sdegno gravissimo ch’egli aveva concepito contro il Murtola, percioché, essendosi egli a guisa di sicario sfacciatamente vendicato con l’arcobugio delle offese ricevute dai versi, come colui che nel difender la sua reputazione aveva trapassato ogni termine della inculpata tutela, lo con T. Boccauni, Ragguagli di Parnaso - m.

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