Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/140

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pregato a dar loro consolazione di recitar quel suo ragionamento: Galgaco, gentilissimo, obbedí subito, onde molta gente corse per udirlo e tra gli altri vi furono due fantaccini castigliani, soldati della guardia della Monarchia di Spagna, i quali, come quei che non sapeano contro chi era fatto quel ragionamento, come prima udirono quelle parole: «Rnptores or bis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, et mare scrutantnr; si locuples hostis est , avari, si pauper, ambitiosi, quos non oriens, non occidens satiaverit» (*), si diedero a credere che fossero dette contro la lor nazione, di modo che posero mano alle armi e, fatto empito contro Galgaco, gli diedero alcune ferite. Corse subito al rumore il Pulci, barigello di Sua Maestá, e fece prigioni quei sicari, i quali condusse nelle pubbliche carceri. Grave disgusto senti Sua Maestá per la disgrazia occorsa a Galgaco e infinito sdegno prese contro quegli insolenti Spagnuoli, i quali, quando furono interrogati per qual cagione aveano commesso tanto eccesso contra quel capitano, risposero che si erano vendicati delle molte ingiurie ch’egli dicea contro gli Spagnuoli, chiamandoli ladroni del mondo e gente la quale, avendo saccheggiato l’universo, poiché nella terra non avanzava piú che rubare, andavano ora cercando tutti i mari per veder di trovar nuove prede; ché, se gli nemici degli Spagnuoli erano ricchi, esercitavano contro essi l’avarizia saccheggiandoli, se poveri, l’ambizione, facendoli schiavi; e insomma, che né l’oriente, né l’occidente, de’ quali si erano insignoriti, aveano potuto saziare l’avarizia loro. Fu mostrato ad Apollo l’esamine di quei Spagnuoli, e avendo Sua Maestá di nuovo dalla bocca del medesimo Tacito voluto udir il ragionamento di Galgaco, comandò che i prigioni fossero subito liberati, dicendo che aveano avuta giusta cagione di errare, poiché quelle parole: «Raptores orbis, quos non oriens, non occidens satiaverit», pareano veramente piú tosto dette contro i moderni Spagnuoli, che contro gli antichi Romani.

(i) [Tacito, nella Vita di Agricola , cap. 30].