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CENTURIA TERZA - RAGGUAGLIO XLV 141

primo figliuolo maschio e possedendo ella Stati nobilissimi in Italia e in Fiandra, disuniti dalla Spagna, quei sagaci signori del conseglio hanno stimato non esser cosa utile alla Monarchia loro suplicar la Divina Maestá per maggior feconditá, ma dissero che ben dovea, come fece, pregarla per la salute del solo Infante, percioché un re di Spagna, che abbia piú figli o fratelli atti a reggere i popoli, non potrebbe piú mandar ai nobilissimi carichi dei governi di Napoli, di Milano e di Fiandra i Grandi e gli altri privati baroni di Spagna, senza evidente pericolo che i suoi figli e fratelli, arrabbiati dal vedersi nelle dignitadi dei carichi piú onorati prepor soggetti ad essi inferiori, fossero per generar sollevazioni nella Spagna: infermitá tanto piú mortale, quanto piú del male era pericolosa la medicina, perché il rimediar al pericolo di tanto inconveniente, con mandarveli, altro non era che cacciar in una tavola un chiodo tale, che con qualsivoglia sorte di tenaglia non si sarebbe potuto cavar piú fuori, e tanto maggiormente, che i sagaci prencipi italiani, che con le mani giunte al cielo stavano aspettando una cosi bella occasione, con il martello dei parentadi e con altri aiuti precipitosamente sarebbono corsi a ribatterlo.