Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/155

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simo greco fu giá acquistato dalle armi nostre; gli Stati che ora noi possediamo sono noti a tutto il mondo quali e di qual importanza sieno; ma qual cosa si può paragonare alla nostra Vinegia, famosissimo emporio di tutto il mondo, cittá che sazia la curiositá, appaga la vista, smorza la sete delle delizie negli uomini, stanza sicura a quei che sono forzati abbandonar la patria per fuggir l’ira de’ prencipi, miracolo dell’abitazione degli uomini e degna seggia e metropoli illustrissima di tanta republica? Non sará egli grandissima indegnitá, che a cosa simile, ad edifizi tali sieno paragonate le vostre cittá, i vostri palagi, gli edifizi vostri, cosi pubblichi come privati, fatti di vilissimo legname, abitazioni degne di voi e voi degni abitatori di abitazioni tali? Ché niun’altra cosa vi renderá mai piú onorati e di maggior considerazione al mondo, che l’aver impetrato da Sua divina Maestá di esser paragonati e di aver avuto ardire di competer con noi. L’impero nostro poi, le guerre che abbiamo per tanti secoli maneggiate, le singularissime vittorie nostre sono state e sono tali, quali voi altri letterati avete scritto e l’imperio nostro di mare e di terra, che abbiamo, fanno preclarissimo testimonio; e in questo proposito mi basta dire quello, che parrá ad ogni altro iperbole, che nella lega di Cambrai ebbe la republica veneziana contro sé tutto il mondo e de’ prencipi medesimi dell’universo riportò gloriosissime vittorie; ché, se vorremo poi far menzione alcuna della qualitá de’ nostri senatori, qual republica, non parlo delle vostre, tedesche o svizzere, per non paragonare le mosche con gli elefanti, ebbe mai uno Andrea Gritti, [un] Sebastian Venieri, per tacer i Loredani, Capelli e altri infiniti? Grandissima ingiuria si farebbe a tanta republica, [se] ad eroi tali si paragonassero altri che i Metelli, i Scipioni Affricani e l’istesso Magno Pompeo. Chieggo, o sire, e con ogni istanza, la presta spedizione di questa causa, affinché il mondo non vegga e oda piú questa grandissima sproporzione, che gente nuova voglia competere con quei che sono invecchiati per tanti secoli in una libertá tale quale è la nostra, i rustici abitatori di montagne con uomini nobilissimi e abitatori della