Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/162

Da Wikisource.

RAGGUAGLIO LUI

[Uno scrittor politico, chiamato a sentenziare in una differenza tra il Molza e il tesoriere del duca Borso d’Este, mostra al Molza che i] prencipi sempre pagano per cortesia, non per obbligo.

Borso da Este, duca di Ferrara, essendo servito da Mario Molza, poeta celebre almeno per questo, ch’avendo lodato il dolce e saporito frutto del fico in terza rima, avevano meritato quei suoi versi eleganti il commento, piú misterioso e dotto del testo, di Annibai Caro, detto per soprannome ser Agresto, e avendo dato fine al negoziar con quella eccellenza e con quella perfezione che si aspettava, ché con tanta eccellenza aveva scritta la natura delle fiche, gli fece dono di cinquecento scudi d’oro, i quali mentre gli furono contati dal tesorier secreto di Sua Altezza, occorse che ’l tesoriero, per poter provar jl pagamento, addimandò la ricevuta al Molza, il quale la fece incontestate ; ma essendo ella letta dal tesoriero, rimase molto stomacato che avesse detto in essa che riceveva quei denari per premio d’un servigio fatto al duca Borso; però che facesse una ricevuta come si conveniva. Il Molza, che faceva del dottore, essendo poeta laureato, si tenne ingiuriato dal tesoriero, che l’avesse trattato da ignorante, e si mise ostinatamente a difendere la sua ricevuta, di che sdegnato il tesoriero arrivò sino a dirli queste risolute parole: che si meravigliava di lui, che si mostrava di non aver mai, di non saper il modo che si teneva nel trattar con i prencipi. Per le quali parole alteratosi, il Molza pose mano ad un sonetto proibito, ch’aveva sotto, e si slanciò addosso al tesoriero; allora un politico scrittore, che stava a lato alle stanze del tesoriero, corse subito al rumore e tenne il Molza, ch’avea giá cominciato a manomettere l’onor del tesoriero, e avendo udito la lor differenza, della quale fu subito d’ambedue informato, sentenziò contro il Molza e disse che con i privati si parlava di mercede e di meriti, ma coi prencipi bisognava riconoscer ogni cosa.