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de’loro poderi, che gli assicurano il dominio delle loro facoltá, cosi dovevano i prencipi tener conto degli uomini bravi per sicurezza de’ loro Stati, essendo instrumenti che provano e assicurano il possesso di essi, poiché la maggior felicitá che possa aver un prencipe era l’aver popoli bellicosi, ché poco valevano l’armi, che si conservano nell’arsenale di Venezia, avendo i popoli da pochi, che non sappino maneggiar: sarebbe come una ricchissima libreria in man di un ignorante; e tanto maggiormente che sono stati precetti antichi, ma tanto piú veri nel secolo moderno, quanto la massima di Tacito, che «in summa fortuna id aequius quod validius» b), era tenuta una sentenza santa; e percioché le leggi non si possono dagli uomini imparar senza gli studi dell’universitá, cosi ancora l’esercizi dell’armi non si sapevano, se non da quelli ch’erano andati alla scuola d’una guerra; ma percioché l’Italia ora viveva in pace, e il mandar soldati italiani in Fiandra in aiuto d’Olandesi era empietá, e il mandar li suoi vassalli in aiuto di Spagnuoli era un tener la scala a quel libidinoso che va ad adulterar la moglie sua e un far grandi le proprie miserie, i Veneziani conoscevano che, non essendo possibile la pace non converta in conigli i leoni, né meno essendo possibile che gli conigli della pace diventino leoni nell’occasione d’un súbito bisogno di guerra, tenevano per una scuola militare le sedizioni, le gare e tutte quelle cose che ’l Nunzio aveva chiamato inconvenienti, percioché un uomo allevato nelle fazioni e vissuto lungo tempo nelle inimicizie era un perfetto dottor soldato, senza esser mai stato alla scuola della guerra; e con voce alterata, percioché giá monsignor Nunzio era chiamato all’udienza, disse il Barbaro al Nunzio: — Monsignore, che voi abbiate disarmati i popoli feroci della Marca, dell’Umbria e della Romagna, è cosa santa in un prencipe ecclesiastico, non cosi lodabile in un laico, ed è risoluzione, ch’avendo un santissimo principio, se venisse un’occasione, potrebbe aver un fine diabolico: e Dio vi guardi da’ bisogni.
(i) [Tacito, nel libro XV degli Annali , cap. i ]
