Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/160

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sciargli la briglia, cambiando l’autoritá di comandare e di governare in Venezia con la sedizione di maltrattar gl’inferiori e di vendicarsi degli nemici loro; poiché, se questo fosse vero, renderebbe lo stato libero delle republiche aristocratiche, per se stesso eccellentissimo piú di qualsivoglia altro governo, imperfettissimo; e che, non mancando esempi di infinite republiche che aveano con la severitá tenuto a freno i discoli, facea bisogno che l’insolenza dei sudditi veneziani, non disordine della republica, ma fosse particolar difetto del governo di loro senato. Poi soggiunse il Nunzio che i Papi, ancorché prencipi di un Stato elettivo, al quale per l’ordinario volendosi por poca affezione, come quello che non si può trasmetter ai suoi eredi, e che, per non lasciar i loro eredi intricati nelle inimicizie, sogliono andar con molta circonspezione, nondimeno, non solo con la severitá aveano mortificato i boriosi Perugini, i discoli Spoletini, i faziosi Romagnoli, i sediziosi Ascolani, i sanguinari Marchigiani, ma le istesse grandissime famiglie romane aveano di modo mortificate, che tremavano per l’aspetto solo di un sbirro; onde era che i sudditi dello Stato ecclesiastico si vedeano viver in una tranquillissima pace.

Disse allora il Barbaro al Nunzio, che egli pigliava grandissimo èrror nel giudizio che egli faceva delle cose veneziane, percioché la sua republica, non per trascuraggine, non per mancanza d’autoritá, non per dar soddisfazione, come egli aveva detto, alla nobiltá esclusa, procedeva morbidamente contro i suoi popoli nelle cose criminali, e usava molta piacevolezza verso la nobiltá grande di Brescia, Bergamo e Verona, anco ne’ molti demeriti loro, percioché non solo la republica stimava fondamento principalissimo non incrudelire contro la nobiltá, anco quando meritava che si usasse severitá nei loro demeriti, perché confinano per lungo tratto con i potentissimi Spagnuoli ; dalla quale nobiltá riconoscendo essi gli acquisti di molte cittá grandi, sapevano che chi aveva dato una cittá per amore, la poteva ritoglier per odio; disse che s’aggiongeva questa ragione che, siccome gli uomini privati tenevan conto degli instrumenti che provavan la compra