Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/191

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moderno prencipe grandemente si era migliorata la condizion loro, mercé che i piú ricchi avaroni dell’Acarnania avevano fitto nelle ossa il bruttissimo vizio di non tener pur minimo conto dei soggetti grandi dello Stato, se non si vedeano violentati da un’estrema necessitá, percioché, sapendo cosi brutta razza d’uomini che sotto il governo d’un prencipe buono non devono temer di ricever aggravio alcuno, hanno in derisione, non che voglino con l’instrumento della liberalitá procacciarsi l’appoggio di quei soggetti che, essendo in uno stato di grande autoritá, in ogni occasione possono difenderli. E soggiunse quel senatore, che, per tacer le grandezze molto segnalate nelle quali in pochi anni ultimamente erano salite le cose di molti senatori, schivando l’odio che arrecava il nominar le altrui persone, volea ragionar di se stesso, il quale sotto il moderno prencipe avea fatto l’acquisto di quarantamila scudi d’intrata: felicitá che riconoscea tutta dal solo timor che aveano avuto gli uomini facoltosi dello Stato dell’Acarnania del bizzarro cervello del moderno prencipe; per le quali cose ricordava a tutti che il fine di ogni senator principale era sforzarsi di far acquisto di fama grande, anco appresso le nazioni straniere, e d’esser avuto in concetto di uomo prudente; e percioché il mondo moderno pesava il valor dei senatori piú segnalati, non con l’antica stadera delle virtú, se aveano ben consegliato il prencipe loro, se aveano ben governate le cose pubbliche, se aveano vissuta vita onorata, ma con la moderna bilancia, come aveano lasciata grande e potente la casa loro, pregava tutti a ricordarsi che quel senatore che fosse stato l’istessa idea della bontá e della prudenza, se fosse accaduto che egli avesse lasciato la sua casa bisognosa delle mercedi altrui, universalmente era reputato il prencipe della balordaggine, il vero ritratto dell’imprudenza e uno di quei antichi Diogeni, che in altro non valeano, che in sputar sentenze con bei paroioni. Impallidirono quei senatori a cosi fatto ragionamento, onde stabilirono tutti che quella materia meglio si considerasse, nella quale l’errare sarebbe stata cosa altrettanto vergognosa, quanto la reina delle bufalarie era negli affari grandi darsi la zappa nel piede.