Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/195

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letterati che hanno l’ordine delle onorate cavallerie; e certo è che non mai piú nell’ammissione di qualsivoglia virtuoso con maggior aviditá e diletto universale è stata veduta cavalcata simile, percioché non è possibile credere quanto riuscisse pomposa e magnifica la vista di cosi gran numero di cavalieri e la moltitudine degli ordini delle cavallerie che intervennero in quella pompa, percioché sommo contento diede a tutti i virtuosi il veder che l’uso anticamente introdotto dai prencipi sagaci di pagar i meriti altrui senza por mano alla borsa, come cosa sommamente utile era stata imitata dall’etá moderna, mercé che benissimo conobbe ognuno che le corone murali, le rostrali, le civiche, le ghirlande di mortella, di olivo, di gramigna, le collane, le maniglie e gli altri doni d’oro co’quali l’antichitá premiava il valor degli uomini militari, erano stati convertiti nei moderni ordini di cavalleria, con questa sola differenza: che l’antichitá rigorosamente osservò sempre che al premio precedesse il merito altrui, ove i moderni prencipi nel conferir gli ordini nobilissimi delle cavallerie molte volte prepongono il premio al merito, e certo con sommo disordine delle ottime regole politiche, poiché mostrano aver maggior risguardo al dono della fortuna della nobiltá con la quale altri nasce, che alla vera nobiltá della virtú, che altri si acquista con il sudore delle sue gloriose azioni. Ma ammirando fu nel Caro l’ordine della cavalleria, non solo per esser egli Ierosolimitano, ma perché sapeano tutti che a quell’abito onorato era preceduta una ricca commenda. Ma, mentre i maestri delle cerimonie inviavano la cavalcata e accoppiavano i cavalieri, occorse che, nella medesima coppia avendo posto il signor Offredo Giustiniani, quegli che, per aver portata alla sua patria la prima nuova della famosissima vittoria navale che si ebbe ai Curzolari, meritò dal senato veneziano di esser creato cavaliere, con l’eccellentissimo Andrea Doria, cavalier del Toson d’Oro, il signor Offredo animosamente gli contrastò la precedenza della man destra, la quale perché ostinatamente gli era negata dal Doria, per lo concorso grande delle genti che si fece in quella alterazion