Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/201

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stesse fiere aborrita, un mio pari, nato di padre ben stante e onorato, mandò allo spedale, dove per pietá s’allevano i figliuoli che o dalle donne impudiche o dalle madri condotte all’estrema miseria della povertá sono partoriti. Cresciuto ch’io fui in buona etá, feci acquisto del patrimonio ricchissimo delle buone lettere, con mezzo delle quali son gionto a felicissimo stato di facoltá e di riputazione nella professione mia. Tratanto il galante marito di questa donna, facendo la stessa nobil riuscita che per lo piú sono soliti di far quelli che le poco accorte donne piú pigliano con la comparenza degli occhi che con la ragionevole soddisfazione dell’animo, in tempo molto breve cosi malamente consumò le ricchezze proprie e quelle di questa miserabil donna, che l’ha condotta al termine infelicissimo nel quale la vede Vostra Maestá; onde io lascio ora che il giustissimo castigo che gli ha mandato Iddio operi l’effetto suo, ancorché piú della grave offesa ricevuta io pianga la vendetta che son forzato vederne. — Per questa difesa, da Apollo, da’ suoi giudici e dalla audienza tutta sommamente ammirata, non punto quella donna essendosi perduta d’animo, ma dall’estrema sua miseria fatta ardita, cosi verso il suo figliuolo e quello teneramente abbracciando:— Figlio, —ad alta voce gridò, — che tu respiri, che tu goda questa luce, che tu viva, tutto è mio merito, di modo che allora mi saresti anche sommamente ingrato, che di me con ragione ti querelassi. Perdona i torti che ti ho fatto all’imperfezione del sesso e contèntati del castigo che dalla giustissima mano di Dio, per pena del fallo che riconosco e confesso gravissimo, finora ho sofferto. E voi, serenissimo prencipe della virtú, appresso il quale il vero pentimento di qualsivoglia errore può tutte le cose oprative, supplico che in quest’ora e in questo luogo, dove solamente spero trovar pietá, che le mie sciagure abbino fine. — A costei con grave supercilio cosi rispose Apollo: — Donna, i figliuoli si concepiscono con diletto, si partoriscono con necessitá, si allevano per caritá, l’uso della quale è il merito grande che sopra i figliuoli acquistano le madri amorevoli ; però a voi poco vale