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RAGGUAGLIO XCI

Molti de’ maggiori prencipi dell’universo, essendo comparsi avanti Apollo per querelarsi d’una opinione suscitata ultimamente da alcuni letterati circa il mestier della guerra, da Sua Maestá riportarono poco grata risposta.

Sono palesi agli uomini d’ingegno migliore gli artifici che del continuo hanno usato molti prencipi dell’universo, accioché vivamente s’inserisca nel cuor delle genti, che la piú onorata ventura che nato di spirito grande possa bramarsi in questa vita è il morire con Tarmi nelle mani combattendo in una fazion di guerra; la quale opinione con persuasioni tali hanno predicata tra’ populi alcuni letterati invitati dai ricchi salari, che sono stati loro constituiti da’ prencipi, che hanno indotto il mondo a fermamente credere il mestier della guerra esser il piú nobile che [si] possa esercitar da coloro che vivono sitibondi della vera gloria e che qualsivoglia ignorante e vizioso malnato mascalzone, purché sappia menar ben le mani e abbia cuore di esser un omicida, solo col cinger la spada e toccar il soldo diventi protonobilissimo e meriti il titulo di molto illustre; e sono arrivati tant’oltre nelle lodi, che non solo hanno avuto ardire di paragonarsi, ma fino di preporre la professione del soldato agli studi stessi gloriosissimi delle sacrosante buone lettere, e per lo contrario non si sono vergognati di dire che il cercare di protelar la vita agli ottanta anni per gustar lungamente di questo mondo, creato da Iddio colmo di tante delizie, che lo starsi a casa a godere delle commoditá, l’attendere alla procreazione e alla educazione de’figliuoli sia risoluzione di animo codardo, d’ingegno vile. Dalle quali persuasioni indotta, non solo la vii canaglia tanto atta ad esser aggirata, ma la piú insigne nobilita dell’universo, si vede abbandonar la moglie, i cari figliuoli, la patria, gli amici, e consumar alle guerre le sostanze proprie per la spe