Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/264

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ranza di depredare le ricchezze altrui; e ciò con tanta baldanza, che la lacrimevol resoluzione di andare al crudelissimo e certissimo macello della guerra si prende non solo senza paura e mestizia, ma con stupendo coraggio e allegrezza, onde la stessa spaventevolissima morte, ultimo terrore dei viventi, in tanto non è piú temuta dalle genti, che piú tosto è da esse incontrata che fuggita; tutte cose che chiaramente fanno conoscere ad ognuno quanto il rubbare sia dolce al gusto di ogni qualitá di persona, poiché non solo i forfanti, ma i nati di nobil sangue ancora vi applicano gli animi, quando mestieri tanti vergognosi [ognuno| può esercitare senza esser riputato infame, senza corre[r] pericolo certo di andare in su le forche.

Questa cosi sciocca e crudel opinione talmente alcuni anni sono dispiacque a molti saggi e onorati virtuosi, che per liberar il genere umano da cosi falsa e perniciosa credenza cominciarono pubblicamente a predicare con evidentissime raggioni che la vera reputazione degli uomini sta tutta posta in forzarsi di vivere onoratamente, non in cercar di pazzamente morire; opinione la quale di modo è entrata nel cuor di molti, che non solo i piú accorti soggetti della nobiltá, ma anche infinita moltitudine del vii popolo l’ha ammessa nell’animo suo, di maniera che, avendo gettate le arme nei cantoni, alcuni hanno impiegato l’animo allo studio delle buone lettere, altri alla cura delle cose famigliari, e molti nelli traffichi e alla dilettevolissima agricoltura, mercé che il veder nelle guerre tante uccisioni degli infiniti che le frequentano e i pochi che ne tornano, tanti dispendi di quei che vi vanno ricchi, vestiti di oro e di seta, e se ne partono disfatti, nudi e scalzi, e la lacrimevol perdita che hanno fatto dell’onor di casa coloro che vi hanno lasciato le mogli, li figliuoli e le sorelle giovani per andar a cercar fuori nuova riputazione e quasi miglior pane che di grano; e insomma il vedere che si va alla guerra cantando e se ne ritorna piangendo ha di modo aperto gli occhi alla gente orba, che l’arte militare, prima avuta in grandissimo pregio, ha totalmente perduto il suo credito ed