Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/314

Da Wikisource.

SCRITTI MINORI

309

chiamar in aiuto altrui, ma non mandarli via: e con la diversitá della religione si venivano a difender da loro stessi.

Iacomo. — Il re di Francia non fece egli ciò senza pericolo?

Traiano. —Lo fece, ma ebbe avvertenza di chiamar armate, che travagliassero Carlo V ne’ suoi lidi di Puglia e Calabria, ma si guardò di ricever eserciti del Turco nel suo paese di Francia. Vedete il re di Napoli, di Aragona, che chiamò i Spagnuoli, a’ quali poi obedirono, contro Francesi, e di molti, che chiamarono i Romani, e vederete quello che accaderá al duca di Savoia moderno, se non è savio nel particolar in trattar aiuti di Spagnuoli nel suo Stato.

Iacomo. — Certo, che io mi credea, che la libertá della vita e particolarmente della gola e lussuria gli avesse alletti a prender quelle bruttissime eresie.

Traiano.— Signor no, quanto a’prencipi, perché essi in ogni sorte di religione abondano di queste delizie, volendo viver con poco timor di Dio; è ben vero che, acciò fosse da’ popoli accettata la nuova eresia, allettarono quei popoli con la larghezza del vizio della carne e gola.

Iacomo. — Poiché io rimango capacissimo del principio delle eresie di Germania e delle cagioni, che ve l’hanno introdotte, fatemi grazia di dirmi qual sieno quei Stati e’ quali sono atti a mutar religione e a seminarvi le eresie.

Traiano. — La religione o è mutata da’ popoli o dal prencipe, come Inghilterra e Fiandra: primieramente le parti piú lontane dal cuore, come quelle che sono piú abbandonate dalla vertu del caldo naturale. Queste sono le provincie lontane da Roma, ch’è il cuore del mondo, dalla fonte del sangue, cioè della religione, perché non solo i popoli commettono molti abusi appartenenti alla religione, ché sono trascurati, ma gli stessi ministri si dánno a brutti vizi, senza che da Roma possino, non dico esser corretti i difetti di quei prelati, ma pur saputi; e io udii dire al Mastro de’Predicatori, che sanno, predicando innanzi Sisto V, che l’eresia non sarebbe succeduta, se il re d’Inghilterra Enrico Vili avesse avuti almeno