Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/318

Da Wikisource.

SCRITTI MINORI

313

in Italia, l’eresia di Germania: ed era che, mutandosi gli elettori di religione, si venivano principalmente a far nemici del Papa, di modo che, occupando egli Roma, non avrebbono eletto, in grazia di lui, altro imperadore, e però non dico che amò, almeno non si curò smorzar súbito quelle eresie, o almeno forzarsi di farlo, poiché toglievano cosi buon appoggio allo Stato del Papa, sopra il quale egli avea grandissimi disegni. E cosi fu, perché, occupata Roma, Clemente non ebbe altri aiuti, che quelli di Francia, che costrinse l’esercito imperiale a lasciarla dopo averla tenura diciotto mesi.

Iacomo. —Signor Boccalini, avvertite che io ho sempre udito dire, che quella azione del sacco di Roma dispiacque a Carlo V: anzi, che egli, per segno di molta doglienza, si vesti a bruno.

Traiano. —Se gli fosse spiaciuta, ne avrebbe dato segno piú sostanziale che delle vesti brune, non dico con punir i capi, che guidarono l’esercito di lui, morto Borbone, ma con ordinare che si partisse l’esercito di Roma, ché in tre mesi al piú si hanno le risposte di Spagna, oltre che non si tentano azioni tanto grandi senza ordine; ma il negozio durò diciotto, come vi ho detto.

Iacomo. — Il tutto fu dunque acciò il Papa venisse a perdere quel grandissimo appoggio e l’obedienza della maggior parte della Germania.

Traiano. — Anzi, gli fecero perder quella del re d’Inghilterra ancora; e vedendo che a’ suoi disegni della monarchia d’Italia solo gli avrebbe potuto ostare la Francia, tornato di Barberia, entrò con potentissimo esercito in Francia, per la via di Provenza, e fece che quel regno dalla via di Fiandra fosse assalito da un altro potentissimo esercito, guidato dal Nassau; ma il tutto gli riuscí con poca felicitá.

Iacomo. — Non fece egli guerra contra il duca Federico elettore e l’Angravio, non gli debellò e fece prigione? Ecco, che pur perseguitò gli eretici di Germania!

Traiano. — È vero, ma verissimo è ancora, che in quella guerra non si parlò mai di religione, e il duca di Sassonia e altri prigioni furono rilasciati senza che del fatto della