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SCRITTI MINORI

fede si facesse pur una minima parola, anzi, forse tanto piú incrudeliti contro la Sede Apostolica, quanto che il Papa avea contribuiti grandissimi aiuti in quella guerra, dove andarono due suoi nepoti in persona.

Iacomo. — Perché dunque Paolo III fece cosi gran spesa senza utile della religione?

Traiano. — Avea Paolo III cacciato nel cuore l’acquisto del ducato di Milano per il nipote, e perciò, veggendo egli Carlo V immerso in quella guerra di Germania pericolosissima, gli fece animo intraprenderla tanto piú volentieri dandogli aiuti, e si ricordò di quello che disse Lodovico XI, re di Francia, ad uno che l’avvertiva che Carlo, duca di Borgogna, dopo l’acquisto che avea fatto di Fiandra e altre provincie, con grossissimo esercito erasi mosso contro gli Svizzeri per debellarli : però, che per tempo egli se li opponesse, prima che si fosse fatto tanto grande, che ragionevolmente avea potuto esso re temer di lui; dicono che egli gli rispose: — Io temo, che per qualche impossibilitá o sua ventura egli non lasci quella impresa, perché è entrato in travaglio tale, che Iddio sa quello che sará di lui —. Fu profeta in questo Lodovico, ché non passò molto, che gli venne avviso, che esso duca di Borgogna era stato da’ Svizzeri ammazzato, per la quale occasion egli gli occupò gran parte della Borgogna e molte altre cittá. Cosi Paolo sperava a Carlo succedessero malissimo le cose di Germania, come era il comun giudizio; ma, accompagnato dalla sua felicissima fortuna, egli tosto si spedi da quella guerra e, tornato in Italia e poco dopo fatto consapevole da Ferrante Gonzaga dell’animo del Papa sopra lo Stato di Milano e che i nepoti in Genova avevano tentate cose nuove, essendo consapevole della congiura del Fiesco, ove mori il fratello del prencipe di Oria, egli acconsenti alla congiura di Pier Alvigi e occupò quella cittá.

Ma il signor Giovan Francesco esce fuori : fate di grazia l’imbasciata per me, acciò mi spedisca quanto prima.

Iacomo. — Cosi farò or ora.