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IV

Modi di scolar Tacque, che ora inondano i territori di Bologna e Ferrara, nelle valli di Comacchio, senza nocumento del Polesine di S. Giorgio e con niuno o poco danno della pesca di esse valli di Comacchio.

È cosa chiara che Tacque, le quali ora inondano gran parte de’ territori di Bologna, Ferrara, Argenta, Lugo e altri, scolavano giá nel Po d’Argenta e di S. Alberto, ma, allora che sopravvenivano piene grandi e tali che di esse non era capace il Po, traboccavano nelle valli di Comacchio, le quali, per la bocca di Magnavacca, portavano Tacque al mare. I duchi di Ferrara, per assicurare alcuna parte del Polesine di S. Giorgio dall’acque, che in simili inondazioni l’allagavano, e per bonificare le valli di Comacchio, e per ridurle pescabili e a questa perfezione nella quale si veggono oggi, alzórno le sponde del Po con arzini molto grandi e forti per tratto lunghissimo, affinché, anco nelle molte piogge e piene di fiumi che sboccavano in esso Po, egli portasse tutte Tacque verso il mare per la punta di Primaro.

Felicissimamente per molti anni ha il Po portato Tacque al mare, anco in ogni diluvio che sia succeduto, onde i duchi di Ferrara fecero grandissimi benefici al Polesine di S. Giorgio e in particolare a quella parte che è posta tra Porto e Argenta; e il contado di Ostellato, che prima era paduli e selve, si cominciò a bonificare; e le valli di Comacchio, liberate dall’acque dolci, si empirono d’acqua salsa per la bocca di Magnavacca, la quale in breve tempo distrusse con la sua