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SCRITTI MINORI

Nostro Signore e lo rende perplesso in negozio che tanto desidera ultimare, non correrá pericolo alcuno. Resta ora che diciamo se fará nocumento alcuno alla pesca di esse valli di Comacchio e qual danno può fare.

Primieramente deve sapersi che la pesca delle valli di Comacchio consiste in calcini, cappe, anguille, cevali, passere, orate e goi. I calcini e le cappe, che è la pesca de’ poveri, si crede che perirebbero in gran parte, ma si risarcirebbe questo danno dall’infinita quantitá di reine, lucci, tinche e altri pesci d’acqua dolce, che dalle valli di Marrara, d’Argenta e altri luoghi calerebbono nelle valli di Comacchio, come fu veduto nella rotta di S. Biagio, che ve ne calò quantitá incredibile, con utile infinito de’ poveri di Comacchio, che ne presero in molta quantitá. [La pesca di questi calcini e cappi non si affitta dalla Reverendissima Camera, ma può ognuno che vole prenderne, né possono i padroni delle valli proibirlo, ma i poveri, come ho detto, si sostentano di essa pesca, la quale non arriverá a 2000 scudi l’anno].

Le anguille si nutriscono nelle valli di Comacchio di un’erba che vi nasce, chiamata sevola: quando Tacque dolci corressero tutto Tanno nelle valli di Comacchio, non ha dubbio alcuno che la farebbero] morir tutta, con danno delle anguille che vi nascono e vi si nutriscono; ma perché correranno esse acque dolci per certo tempo, non si crede che sia per fargli notabile nocumento e, se pure glie ne facesse, non sará tale che molto maggiore non sia per essere l’utile, che riceverá essa pesca d’anguille dall’infinito numero che ne caleranno dalle valli d’acqua dolce nelle valli di Comacchio, come fu veduto nella medesima rotta di S. Biagio, che ve ne calò tanta moltitudine, che non si ricorda da’ Comacchiesi altro anno piú utile alla pesca loro di quello.

La pesca di cevali, la quale dopo quella dell’anguilla è la maggiore di tutte l’altre, si migliorarebbe talmente, che ardisco di dire che dove ora gli affittuari delle valli pagano i fitti loro di anguille, cevali, orate, passere c goi, che ponendosi le acque dolci in esse valli nel modo che ho detto, che