Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/41

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con gli antichi titoli augustali e con il maestoso nome di Cesare eccellentemente l’hanno di fuori tutto abbellito e coonestato; ma quando si venne all’atto della pesa, egli fu di dentro trovato tutto vuoto, non cosi essendo la piuma leggera come è vano il nome d’un prencipe senza autoritá. Onde il peso dell’Impero romano riusci tanto debole, che non passò quattrocento ottanta libbre, e certo con vergogna infinita degli stessi elettori laici, i quali era opinione che con gli artifici loro l’avessero ridotto a termine tanto infelice, percioché quelle cittadi e quei Stati, che essi non avevano potuti occupare, era comun opinione che avessero operato che, ribellandosi all’Imperio, si vendicassero in libertá: tutto a fine che agli imperatori non rimanessero forze da ripetere da essi con l’arme quei Stati, che con tanta perfidia aveano occupati; onde, con miserabile esempio della vicissitudine delle cose umane, il giá tremendo Impero romano dalla malignitá, dall’avarizia e dall’ambizione de’ suoi sudditi sceleratamente si vedea spogliato de’ suoi antichi Stati e ridotto in una camera locanda con il miserabile salario di sette ducati il mese, il quale piú sotto nome di ricognizione e d’elemosina, che per debito tributo gli dánno, solo acciò li bastino per pagar la dozzina che gli fa le spese; di maniera tale che la serenissima casa d’Austria con la grandezza dei suoi Stati patrimoniali è forzata sostentar la dignitá imperiale, giá ridotta al termine di cosi vii bassezza. E sebben tanta calamitá mosse la pietá in molti prencipi, quei nondimeno che si ricordavano le insolenze degli Enrichi, le crudeltá dei Federichi, le sedizioni, le empietá e i latrocini di molti altri imperatori, esercitate in Italia e fuori, liberamente dicevano che non rapacitá degli elettori, non infedeltá dei popoli d’Alemagna, ma somma prudenza di tutti i prencipi d’Europa era stata per beneficio della pubblica pace tagliar gli artigli e cavare le penne maestre delle ali a quell’aquila, che sempre avea fatta professione di viver di rapina e che s’era data a credere che i popoli tutti d’Europa, quasi piccioni domestici, fossero sua preda; e fu notato da molti che li prencipi d’Italia sommamente gioivano di vedere l’Imperio romano