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ANNOTAZIONI

pace la nobiltá che comandava; benefizio tanto singolare e cosa cosi difficile, che né la famosissima romana né altre republiche seppero conseguir giá mai maggior miracolo, riputato dagli uomeni intendenti veder la republica veneziana mantenersi nella sua libertá con i balii che con tanta frequenza e caritá usa quella nobiltá, che la stessa gran macchina della cittá di Vinegia stia fondata nelle acque; e che era cosa ordinaria che quei, che non bene penetravano i veri fini e le ultime intenzioni, che nelle loro piú importanti risoluzioni aveano i prencipi grandi, biasimavano quelle cose che infinite volte meritavano sommamente lode. Soggiunse poi il Barbaro, che, con il solo instrumento delle armi mantenendosi e ampliandosi gli Stati, poco avrebbe giovato alla republica aver di esse piene le sale del suo arsenale, se non si fosse provveduta di uomeni atti a saperle maneggiare; e che era proprio della prudenza del senato veneziano avvertire che la longa pace non gli apporti il danno gravissimo di rendergli i popoli codardi e di non disarmar loro le mani e incivilir i cuori con la soverchia severitá della giustizia, stimando egli perniciosissimo l’uso, che si vede esser famigliare ad alcuni prencipi d’Italia, di proibir la dilazion delle armi a quei a’ quali con severi editti doverebbero comandar che perpetuamente le portassero; tutte considerazioni tanto piú necessarie alla republica veneziana, quanto ella per lungo tratto confinava con prencipi potentissimi, che continuamente teneano agguerrita moltitudine grande di soldati della loro nazione; e che cosi come ogni mestiere si imparava con andar alla scuola e sotto la disciplina di maestri eccellenti, cosi l’arte di maneggiar le armi si apprendea nelle universitadi delle guerre, tra i pericoli e l’effusion del sangue; e che in tanto era vero che gli uomeni non nasceano buoni soldati, che quei che negli assalti delle fortezze, nei fatti d’arme non aveano indurito il cuore e fatto l’abito vero di non temer quella morte che si vede certa e vicina, piú tosto servivano d’impedimento che di servigio; e che la republica veneziana, non stimando prudente conseglio consumar i suoi vassalli nelle guerre di Fiandra e di Ungheria acciò vi imparino il mestier della guerra, e in piú suoi urgenti bisogni avendo esperimentato che i popoli nati e allevati nelle private inimicizie in tutte le fazioni militari riuscivano uomeni di cuore, soldati consumati, ancorché giá mai avessero frequentate le scuole della guerra, conosceva che l’inimicizie private del suo Stato alla pubblica libertá veneziana era non picciolo