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RAGGUAGLIO XIV

Apollo dá molti avvertimenti alla nazion spagnuola con occasione di certi disgusti passati tra Prospero Colonna e il duca d’Alva.

Don Ernando di Toledo, duca d’Alva, pochi giorni sono giunse in Parnaso e dagli uomini militari, d’ordine espresso d’Apollo, essendo stato fatto diligentissimo esamine delle azioni di lui, fu ritruovato meritevole d’esser ammesso in Parnaso tra quei famosi capitani, che piú con la pazienza e con l’arte di ben campeggiare senza sparger sangue sapeano vincer l’inimico, che con la forza aperta e con l’ardire d’arrischiar la fortuna dei regni al caso dubbioso d’un fatto d’arme. Ma percioché Ludovico Guicciardino, saporitissimo scrittor delle cose di Fiandra, diede querela d’esser stato per alcune cose poco grate, ch’egli aveva scritte del duca, maltrattato da lui, piú che molto penò a purgarsi di cosi fatta imputazione, percioché vige in Parnaso un editto d’Apollo, rigorosamente osservato, nel quale si dichiara caduto nella pena della vergogna quel prencipe, quel privato, che contro un istorico o altro scrittore ardisse fare risentimento di cose scritte poco onorate, ma però vere. Ma cosi potenti furono gli amici che ebbe il duca, che il Guicciardino si contentò di rivocar la querela, ond’egli con tutte le maggiori solennitá fu poi ammesso in Parnaso ed ebbe luogo nella compagnia degli uomini d’arme di Sua Maestá, capitanata da quel famoso Quinto Fabio Massimo, che per l’eccellenza della sua molta accortezza è cognominato il Cuntatore. E occorse che, tra gli altri prencipi e gran capitani ch’esso duca visitò, uno fu l’eccellentissimo signor Prospero Colonna, dal quale fu ricevuto con ogni sorte di onori e tanto maggiormente, ché era pervenuto a notizia che il duca facea pubblica professione di esser discepolo, seguace e imitatore del tardo, ma però sicuro modo di guerreggiare d’esso signor Prospero. Ma strano accidente e caso nel vero molto fastidioso occorse in essa visita, percioché, nel primo congresso avendo