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ANNOTAZIONI
IV. Modi di scolar l’acque, ecc.
326 2 II Boccalini tenne il governo di Comacchio dal marzo 1603 e vi si trovava ancora nel settembre dell’anno seguente.
326 10 Magnavacca è oggi Porto Garibaldi.
328 2 L’annessione era avvenuta sette anni prima, nel 1598, regnante Clemente Vili.
3283 Dei tre Pontefici del 1605, allude con tutta probabilitá all’ultimo, Paolo V, eletto il 15 maggio.
329 t I Comacchiesi chiamano «casselle» quegli arginetti di terra battuta, tenuti compatti con stuoie di cannucce e pali conficcati, che dividono le valli e segnano i confini dei poderi. In tema di bonifica e di pesca si veda G. F. Bonaveri, Della cittá di Comacchio, delle sue lagune e pesche , Cesena, 1761 ; F. L. Bertoldi, Memorie del Po di Primaro, Ferrara, 1785.
329 21 Dei tre periti preposti ai lavori di regolazione delle acque, due erano Gesuiti, e cioè il milanese P. Agostino Spernazzati ed il P. Giovanni Rosa; il terzo era l’ingegnere bergamasco Giovanni Fontana.
32924 «Amonire» è voce del dialetto bolognese (amunir) e vale rinterrare; cfr. amunirs, intasarsi, e il veneto imbonir.
331 4 II «lavoriero» è una complessa costruzione di graticci, disposti a guisa di sbarramenti sempre piú fitti, nei quali viene imprigionato il pesce.
331 6 Chiamasi «tressa» a Comacchio lo sbarramento di canne che trattiene il pesce lasciando libero il deflusso delle acque; è in particolare l’ultimo graticcio che si aggiunge al lavoriero per chiudere totalmente la valle.
331 12 È detto «covola» il piccolo canale che congiunge due valli, nel quale si pone il lavoriero.
332 6 I «calcini» e le «cappe» sono molluschi, a conchiglia liscia bianco-verde l’uno, grigia e striata l’altro; «cevali» è dizione costante nei due Mss. per «cefali*; la «passera» è un pesce piatto, senza squame, bianco su un lato e quasi nero sull’altro; i «goi» o «govi» sono il pesce minuto.
333 32 K Marzore» o «marciore» non è propriamente la corruzione delle acque, bensí il salire della temperatura e l’aumento del grado di salsedine dovuto alla forte evaporazione.
335 22 Alfonso Visconti, nato a Milano nel 1549, ricevette la porpora da Clemente Vili il 3 marzo 1598; tra i suoi molti uffici, fu anche preposto alla Congregazione delle acque bolognesi e