Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/54

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ancor voi, Italiani, che gli Spagnuoli, uomini tanto nuovi in questo mondo e poco fa usciti dalla crudel servitú dei Mori di Granata, si sfamino del cibo tanto delicato al gusto loro degli onorati titoli che hanno ritruovati in Italia, ché vi assicuro che, satollati che si saranno di queste vanitadi ancor essi, come sono li Francesi, diverranno cosi galantuomini, che sino ai loro mozzi di stalla nonché a’ tuoi pari volentieri daranno il titolo dell’Eccellenza. E ti faccio sapere che, se in te si truovasse quella prudenza e quella perfetta cognizion delle cose del mondo che io vorrei, benissimo conosceresti che queste esorbitanze e questo tanto odioso modo di procedere, che li Spagnuoli usano in Italia, del quale tu tanto ti rammarichi, è tanto dolcissimo zuccaro per voi Italiani, tanto amarissimo veleno per la nazione spagnuola, la quale, se al suo valore, alla sua accortezza e alla inesplebile ambizione che ha di dominare avesse congiunti costumi amabili, con l’ultimo esterminio di quel rimanente di libertá d’Italia che non è andata in bocca all’orco, in breve tempo si renderebbe assoluta padrona dell’universo: tutte insolenze che con la punta del pugnale, non da voi Italiani, ma dalla stessa Monarchia di Spagna con ogni sorte di crudeltá dovrebbero esser vendicate ne’ suoi ministri spagnuoli, i quali con la vanitá loro disgustano li buoni servitori di cosi gran Reina e poco grata rendono la sua signoria a tutti li suoi sudditi: disordine che, grandemente difficultando la sostanza di quella monarchia universale, alla quale non è possibile ch’ella giunga con l’odio pubblico di tutta Italia, ha somma necessitá di rimedio.

E con tal risposta rimandò Apollo a casa il signor Prospero soddisfattissimo, dopo il quale comparve avanti Sua Maestá il duca d’Alva con tutta la sua famiglia, tanto malconcia, che il molto unguento bianco che aveano nel volto impediva che quei Spagnuoli non pareano tanti Mori della Guinea. Allora Apollo, interrompendo al duca le querele che egli volea fare contro il Colonna, disse: — Duca, mi dispiace il disordine, che ho udito essere seguito, e tanto maggiormente, quanto la cagione di tanto rumore è poco giusta e meno ono T. Boccalini, Ragguagli di Parnaso - in.

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