Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/544

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Non miglior fortuna avrebbero avuto i Ragguagli in questo secolo, senza l’amorosa diligenza di Giuseppe Rua: nello stesso 1910, che aveva visto ristampati frettolosamente, al seguito di una introduzione zeppa di errori, 24 ragguagli della Centuria prima e io della seconda, per le poco solerti cure di G. Gabriel, nel quinto volume degli «Scrittori nostri» (Lanciano, Carabba, pp. 13-135), appariva invece l’accurata riproduzione integrale della prima Centuria nel volume sesto della presente collana (ristampato poi nel 1934), cui faceva seguito due anni dopo, nel volume trentesimo nono, la Centuria seconda h).

Diffusione anche maggiore dei Ragguagli ebbe nel Seicento la Pietra ; ma come quelli avevano avuto per centro d’irradiazione Venezia, cosi questa dovette le sue piú durevoli fortune agli impressori dei Paesi Bassi. Alle quattordici edizioni del 1614-1615, giá ricordate, due sole fecero seguito infatti in Italia: una, a quelle molto simile, colle note di «Cosmopoli, per Giorgio Teler», reca la data del 1660 ed era stata preceduta soltanto da quella che A. Visdomini stampò in Sabbioneta del 1619. In quest’ultimo anno comparve pure una rara strenna politica, di 48 pp. in 8°, senza note tipografiche, col titolo di La quinta essenza della Ragion di Stato, tratta da’ governi de’ maggior Prencipi del Mondo. Parte da Traiano Boccalini e parte da altri acutissimi ingegni, che si compone di cinque scritture, fra le quali la seconda e la terza altro non sono che le celebri Filippiche attribuite al Tassoni, mentre le rimanenti corrispondono ai ragg. 6, 27 e 24 della Pietra. Dopo il ’6o, per oltre due secoli, non si ebbero in Italia altre ristampe dell’operetta, forse non giá per sazietá del pubblico, ma per la frequente disponibilitá delle nitide e maneggevoli edizioni fiamminghe: tutte precedute tuttavia dalla stampa parigina del 1626, impressa da Giacomo Villery e dedicata al card. Ludovico Nogaret de la Valette (1593-1639) con una fiorita epistola, che sostituisce la consueta lettera proemiale e appare scritta da un figlio

(x) Numerose le ristampe di brevi scelte ad uso delle scuole: dieci ragguagli (fra cui un inedito) stampò lo stesso Rua in Letteratura civile italiana del Seicento (Roma, 1910); trentasei G. Sbodio (T. Boccalini, Scritti letterari e politici , Milano, 1931); dodici A. Belloni ( T. Boccalini, Torino, 1931); tredici A. Rinaldi ( 7 ". Boccalini, Ragguagli di Parnaso, Napoli, 1932); due G. Vitali (P. Sarpi e T. Boccalini, Milano, 1942).