Pagina:Boccalini, Traiano – Ragguagli di Parnaso e scritti minori, Vol. III, 1948 – BEIC 1772693.djvu/552

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grafie convenzionali, tramandate pel Sei ed il Settecento dall’uno all’altro repertorio, venne infatti ripetendosi una calunniosa favoletta, secondo la quale il Lauretano non avrebbe posto di suo nei Ragguagli altro che il nome, e semmai una parziale collaborazione, mentre la paternitá dell’opera sarebbe da attribuirsi secondo alcuni al card. Enrico Caetani, secondo altri al suo segretario Gian Francesco Peranda od al giá ricordato nipote di quello, pure esso porporato, Bonifacio, mentre un ultimo non trovò di meglio che chiamare in causa addirittura quel card. Tommaso de Vio, teologo domenicano, detto il Caetano, che era morto fin dal 1533 < 0 . L’odiosa diceria, giá respinta dal Tiraboschi e dal Mestica, che ne ricercarono l’origine nella maldicenza del volgo e nella approvazione cordiale che il Caetani concesse ai Ragguagli , trova solo oggi una definitiva smentita nei ricuperati autografi di oltre cento ragguagli, che rivelano quale lungo, paziente, attento lavorio di lima il Boccalini dedicasse alle sue pagine e quale inappagata ricerca di sempre piú efficace espressione lo spingesse a rielaborare di continuo, rifacendoli ab imo , i suoi componimenti: essi mostrano infine come un’opera che poteva apparire frutto di improvvisazione facile e spontanea, sia nata invece da un lento travaglio di creazione faticata e consapevole.

IV

I MANOSCRITTI.

I ragguagli pubblicati in Venezia tra il 1612 ed il 1614 furono in totale 230, aggiungendosi ai 201 delle Centurie i 29 della Pietra : tutti gli altri che il Boccalini scrisse rimasero inediti, affidati ad una tradizione manoscritta che merita, per i suoi apporti preziosi,

(1) La diceria doveva giá correre ai tempi dell’autore, se il Rossi (cfr. J. N. Erythraei, Pinacotheca tertia, Coloniae, 1648, pp. 221-3) si fa premura di smentirla, dicendo che lo stesso autore se ne faceva un titolo di merito, rammentando le accuse non dissimili mosse a Terenzio; il Rossi medesimo le diede tuttavia esca, con aperta contraddizione, alludendo alla collaborazione del Peranda nell’articolo a lui dedicato (ivi, p. 131). Al Caetani si riferirono prevalentemente il Crasso (1666), il Rodio (1674), lo Scavenio (1674), il Decker (1686), il Baillet (16891, il Bayle (1696), I’Arnd (1705), il Paschio (1707), il Placcio (1708), il Morhof (1708), il Fontanini (1753), mentre ancora al Peranda si richiamava il Mazzuchelli (p. 1378). Il comico svarione, che trae in causa il De Vio, è del Chevreau (Histoire du monde , Paris, 1686, voi. II, p. 136).